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Storia del presepe

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Storia del presepe

Il Presepe nei secoli

Il Presepe ci è giunto da un viaggio tanto lungo, quanto quello dei Tre Saggi d’Oriente e poiché noi lo attendiamo da un anno all’altro, non sarà tempo perduto se proviamo a tracciare un po’ della sua storia. I Presepi natalizi sono da sempre ricostruzioni illustrative della nascita di Cristo atte a dare allo spettatore la sensazione di prendere parte alla scena riprodotta.

Il Presepio non tenta di eternizzare un dato momento togliendolo dal flusso degli eventi, ma cerca di suscitare sentimenti religiosi legati ai fatti della Notte Santa fino a permettere allo spettatore di immedesimarsi con i personaggi storici.

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Arti e mestieri nel Presepe

Ogni Uomo, è libero e consapevole, affida alla qualità di un lavoro il sigillo della propria dignità civile. Uomini di diversa origine, appartenenti a etnie e culture disparate, interpreti coscienzosi delle arti e dei mestieri che hanno fatto il telaio portante della storia, rendono omaggio nella notte della natività al divino artefice dell’universo.

Costumi in Terra Santa

Luci, costumi e scenografia sono elementi essenziali per la creazione di un presepe: esso è un simbolo trasversale a culture, luoghi e ambienti di ogni genere. Il simbolo del Presepe non è altro che Gesù Bambino che rinasce nella coscienza di noi uomini ogni anno ed è annunciato al mondo nella gioia di ritrovati sentimenti comuni di fratellanza.

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Campania

Giulio Illibato

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Campania

Giulio Illibato

Arti e mestieri nel Presepe

Ogni Uomo, è libero e consapevole, affida alla qualità di un lavoro il sigillo della propria dignità civile. Uomini di diversa origine, appartenenti a etnie e culture disparate, interpreti coscienzosi delle arti e dei mestieri che hanno fatto il telaio portante della storia, rendono omaggio nella notte della natività al divino artefice dell’universo.

Costumi in Terra Santa

Luci, costumi e scenografia sono elementi essenziali per la creazione di un presepe: esso è un simbolo trasversale a culture, luoghi e ambienti di ogni genere. Il simbolo del Presepe non è altro che Gesù Bambino che rinasce nella coscienza di noi uomini ogni anno ed è annunciato al mondo nella gioia di ritrovati sentimenti comuni di fratellanza.

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Campania

Giulio Illibato

I personaggi del Presepe

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Lombardia - Italia

Carlo Bonesi

IL BAMBIN GESÚ
Il protagonista del presepe è il bambin Gesù. Un neonato che giace in una povera stalla come ricovero di emergenza nella paglia di una mangiatoia che probabilmente non è molto pulita. Un bambino che ha molti nomi tra cui Gesù, Gesù Cristo, Gesù di Nazareth, Yehoshua, Messia e Salvatore. Come “il Cristo bambino” simboleggia Dio che è diventato umano senza possedimenti terreni. Il suo misero abbigliamento mostra la sua povertà. Di particolare importanza è il suo nome: Gesù. Perché tutte le traduzioni, sia dal latino che dal greco antico o dall’ebraico, portano alla dichiarazione “Dio, il Signore aiuta” e “Dio è salvezza“. Ciò rende chiaro che questo bambino porta sulle spalle il pesante fardello della miseria di tutta l’umanità e deve essere il “tanto atteso salvatore degli uomini“.

SAN GIUSEPPE
San Giuseppe, il mite, il buono, il lavoratore, ispira simpatia quest’uomo protagonista di fatti che vanno oltre l’umano e davanti ai quali la sua risposta è quella di assecondare il grande disegno della Redenzione. San Giuseppe, presente nei presepi come nelle opere d’arte, invita alla meditazione come hanno fatto nelle passate edizioni l’Angelo annunciatore, i Re Magi, la Maternità e, infine, i Pastori. A San Giuseppe si affianca l’Europa come momento di ripensamento sull’uomo nel mondo di oggi, che ha necessità di fratellanza e di unione per rendere concreta la speranza che gli “uomini di buona volontà” sappiano raccogliere il messaggio della Pace.

MARIA
Vergine
fanciulla, sposa devota, madre di Gesù. Maria di Nazareth, la donna meravigliosa, prescelta da Dio per essere Madre del Figlio. Maria concepita senza peccato; Maria che si dona al mistero; Maria che accudisce la casa e dona generosamente il proprio sacrificio sotto la croce della Passione. Maria che sorride, finalmente, in un ritrovato angolo di speranza.

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Kazakistan

Calabria - Italia

Francesco Aiello

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Polonia

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Campania - Italia

Francesco Gentiluomo

BUE
Il bue è simbolo di carattere forte, ma paziente, sottomesso; animale sacro in Asia Orientale e in Grecia dove interpretava anche il ruolo sacrificale; il bue è il popolo dei futuri cristiani, fedele al proprio mandato fino alla rinuncia perfino della vita.

ASINELLO
L’asino è un animale importante nel contesto delle narrazioni bibliche: in Egitto l’asino rosso incontrava l’anima dopo la morte; in Grecia veniva sacrificato nel recinto sacro di Delfi; Dioniso e i suoi seguaci cavalcavano asini; Ezechiele, profeta, lo aveva eccezionalmente, identificato come simbolo di lussuria; nel Libro dei Numeri è conosciuto come l’animale che capisce Dio più di quanto riescano gli stessi uomini. Gesù entra in Gerusalemme cavalcando un’asina bianca, simbolo di intelligente umiltà.

PALMA
La grande palma è una raffigurazione analogica dell’“Albero della vita”, pianta misteriosa che Dio aveva creato nel giardino dell’Eden, accanto all’albero della “conoscenza del bene e del male”; del primo potevano cibarsi i progenitori, Adamo ed Eva, mentre la frutta del secondo era proibita. Nella rappresentazione tradizionale, naturalistica del presepio l’albero della vita è solitamente simboleggiato con la palma; questa, già di per sè, era considerata albero della pace e dell’abbondanza, tipico dell’area culturale mediorientale, ma anche “Albero della vittoria”.

L’ingresso di Gesù in Gerusalemme avviene, infatti su un tappeto di foglie di palma, metafora della vittoria di Cristo sulla superstizione ignorante della plebaglia politica.

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Lombardia - Italia

Carlo Bonesi

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Campania - Italia

Francesco Gentiluomo

IL BAMBIN GESÚ
Il protagonista del presepe è il bambin Gesù. Un neonato che giace in una povera stalla come ricovero di emergenza nella paglia di una mangiatoia che probabilmente non è molto pulita. Un bambino che ha molti nomi tra cui Gesù, Gesù Cristo, Gesù di Nazareth, Yehoshua, Messia e Salvatore. Come “il Cristo bambino” simboleggia Dio che è diventato umano senza possedimenti terreni. Il suo misero abbigliamento mostra la sua povertà. Di particolare importanza è il suo nome: Gesù. Perché tutte le traduzioni, sia dal latino che dal greco antico o dall’ebraico, portano alla dichiarazione “Dio, il Signore aiuta” e “Dio è salvezza“. Ciò rende chiaro che questo bambino porta sulle spalle il pesante fardello della miseria di tutta l’umanità e deve essere il “tanto atteso salvatore degli uomini“.

SAN GIUSEPPE
San Giuseppe, il mite, il buono, il lavoratore, ispira simpatia quest’uomo protagonista di fatti che vanno oltre l’umano e davanti ai quali la sua risposta è quella di assecondare il grande disegno della Redenzione. San Giuseppe, presente nei presepi come nelle opere d’arte, invita alla meditazione come hanno fatto nelle passate edizioni l’Angelo annunciatore, i Re Magi, la Maternità e, infine, i Pastori. A San Giuseppe si affianca l’Europa come momento di ripensamento sull’uomo nel mondo di oggi, che ha necessità di fratellanza e di unione per rendere concreta la speranza che gli “uomini di buona volontà” sappiano raccogliere il messaggio della Pace.

MARIA
Vergine
fanciulla, sposa devota, madre di Gesù. Maria di Nazareth, la donna meravigliosa, prescelta da Dio per essere Madre del Figlio. Maria concepita senza peccato; Maria che si dona al mistero; Maria che accudisce la casa e dona generosamente il proprio sacrificio sotto la croce della Passione. Maria che sorride, finalmente, in un ritrovato angolo di speranza.

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Kazakistan

BUE
Il bue è simbolo di carattere forte, ma paziente, sottomesso; animale sacro in Asia Orientale e in Grecia dove interpretava anche il ruolo sacrificale; il bue è il popolo dei futuri cristiani, fedele al proprio mandato fino alla rinuncia perfino della vita.

ASINELLO
L’asino è un animale importante nel contesto delle narrazioni bibliche: in Egitto l’asino rosso incontrava l’anima dopo la morte; in Grecia veniva sacrificato nel recinto sacro di Delfi; Dioniso e i suoi seguaci cavalcavano asini; Ezechiele, profeta, lo aveva eccezionalmente, identificato come simbolo di lussuria; nel Libro dei Numeri è conosciuto come l’animale che capisce Dio più di quanto riescano gli stessi uomini. Gesù entra in Gerusalemme cavalcando un’asina bianca, simbolo di intelligente umiltà.

PALMA
La grande palma è una raffigurazione analogica dell’“Albero della vita”, pianta misteriosa che Dio aveva creato nel giardino dell’Eden, accanto all’albero della “conoscenza del bene e del male”; del primo potevano cibarsi i progenitori, Adamo ed Eva, mentre la frutta del secondo era proibita. Nella rappresentazione tradizionale, naturalistica del presepio l’albero della vita è solitamente simboleggiato con la palma; questa, già di per sè, era considerata albero della pace e dell’abbondanza, tipico dell’area culturale mediorientale, ma anche “Albero della vittoria”.

L’ingresso di Gesù in Gerusalemme avviene, infatti su un tappeto di foglie di palma, metafora della vittoria di Cristo sulla superstizione ignorante della plebaglia politica.

Calabria - Italia

Francesco Aiello

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Polonia

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Etiopia

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Giappone

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Sicilia - Italia

Ivano Vecchio

PASTORI
Il pastore costituisce la figura più decorativa attorno al mistero di Natale: è lui il tema decorativo del presepio. A tornare sua figura vengono ricordati gli antichi riti, le cerimonie e gli elementi materiali di questi riti e di queste cerimonie. In questo modo l’antico sacrificio degli animali è presente nel presepio con l’offerta fatta dei pastori della migliore pecora del gregge.

ANIMALI
I cammelli sono simbolo di sobrietà, mansuetudine, obbedienza, anche se in qualche paese sono visti come manifestazioni dell’ira e della pigrizia.

Gli elefanti, invece, forse per le numerose leggende che accompagnano la loro grande mole, hanno sempre esercitato uno strano fascino sulla mentalità popolare che li ha considerati le cavalcature precipue dei re, simbolo, perciò di un potere straordinario, così come eccezionale era considerata la loro intelligenza; inoltre interpretano le virtù della saggezza e della temperanza

FUOCO
Il fuoco è la vita stessa, l’energia vitale; è nel profondo del cuore umano, come esiste nelle profondità della terra, un fuoco fisico che la natura provvede a rivelare attraverso i terremoti e le eruzioni dei vulcani.

I MAGI
In ogni tempo il rapporto uomo – Dio ha trovato momenti di poesia attraverso queste tre figure che la pietà, la fantasia, il folklore dei popoli hanno esaltato partendo dalla sicura fonte evangelica per farli diventare i grandi Re, i maghi, gli astronomi, i sapienti. Quello che tutti sanno è che i Magi arrivarono a Gesù dopo un lungo viaggio. Non si sa se i Magi provenissero da Oriente anche se la loro rappresentazione più antica li ritrae con tuniche persiane e non si sa nemmeno se viaggiarono soli o insieme nel viaggio illuminato dalla stella cometa.

La tradizione vuole che abbiano rivisto la stella al cosiddetto Pozzo dei Magi, da qui abbiano proceduto per la visita ad Erode al fine di raggiungere la casa di Maria e Giuseppe ed offrire i doni a Gesù, ormai grandicello. 

La storia ci ha tramandato che i re Magi fossero arrivati da Gesù bambino con 3 doni: l’oro, l’incenso e la mirra

I Magi simboleggiano anche le tre età importanti dell’uomo: giovinezza, maturità, senescenza (metafora del percorso di vita cui è destinata ciascuna creatura appartenente ai regni vegetale e animale). I doni recati al Bambino Gesù appartengono alla persona del Salvatore con stretta pertinenza alla sua doppia natura umana e divina: oro, omaggio alla regalità di Gesù; incenso, testimonianza di adorazione alla divinità; mirra, dono diretto all’uomo. Sui Magi ha insistito una vasta letteratura di diversa ispirazione, europea ed extraeuropea; relazione visiva tra la terra (razionalità) e il cielo (metafisica), si è anche pensato a loro come ad epigoni da una remotissima civiltà, soffocata nella notte dei tempi e fiorita su un’isola favolosa, Atlantide, di cui curiosamente parla Platone nel Timeo e in Crizia.

Campania - Italia

Cantone Costabile

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Sicilia - Italia

Ivano Vecchio

Campania - Italia

Cantone Costabile

I MAGI
In ogni tempo il rapporto uomo – Dio ha trovato momenti di poesia attraverso queste tre figure che la pietà, la fantasia, il folklore dei popoli hanno esaltato partendo dalla sicura fonte evangelica per farli diventare i grandi Re, i maghi, gli astronomi, i sapienti. Quello che tutti sanno è che i Magi arrivarono a Gesù dopo un lungo viaggio. Non si sa se i Magi provenissero da Oriente anche se la loro rappresentazione più antica li ritrae con tuniche persiane e non si sa nemmeno se viaggiarono soli o insieme nel viaggio illuminato dalla stella cometa.

La tradizione vuole che abbiano rivisto la stella al cosiddetto Pozzo dei Magi, da qui abbiano proceduto per la visita ad Erode al fine di raggiungere la casa di Maria e Giuseppe ed offrire i doni a Gesù, ormai grandicello. 

La storia ci ha tramandato che i re Magi fossero arrivati da Gesù bambino con 3 doni: l’oro, l’incenso e la mirra

I Magi simboleggiano anche le tre età importanti dell’uomo: giovinezza, maturità, senescenza (metafora del percorso di vita cui è destinata ciascuna creatura appartenente ai regni vegetale e animale). I doni recati al Bambino Gesù appartengono alla persona del Salvatore con stretta pertinenza alla sua doppia natura umana e divina: oro, omaggio alla regalità di Gesù; incenso, testimonianza di adorazione alla divinità; mirra, dono diretto all’uomo. Sui Magi ha insistito una vasta letteratura di diversa ispirazione, europea ed extraeuropea; relazione visiva tra la terra (razionalità) e il cielo (metafisica), si è anche pensato a loro come ad epigoni da una remotissima civiltà, soffocata nella notte dei tempi e fiorita su un’isola favolosa, Atlantide, di cui curiosamente parla Platone nel Timeo e in Crizia.

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Veneto - Italia

Ennio Mignolli

PASTORI
Il pastore costituisce la figura più decorativa attorno al mistero di Natale: è lui il tema decorativo del presepio. A tornare sua figura vengono ricordati gli antichi riti, le cerimonie e gli elementi materiali di questi riti e di queste cerimonie. In questo modo l’antico sacrificio degli animali è presente nel presepio con l’offerta fatta dei pastori della migliore pecora del gregge.

ANIMALI
I cammelli sono simbolo di sobrietà, mansuetudine, obbedienza, anche se in qualche paese sono visti come manifestazioni dell’ira e della pigrizia.

Gli elefanti, invece, forse per le numerose leggende che accompagnano la loro grande mole, hanno sempre esercitato uno strano fascino sulla mentalità popolare che li ha considerati le cavalcature precipue dei re, simbolo, perciò di un potere straordinario, così come eccezionale era considerata la loro intelligenza; inoltre interpretano le virtù della saggezza e della temperanza

FUOCO
Il fuoco è la vita stessa, l’energia vitale; è nel profondo del cuore umano, come esiste nelle profondità della terra, un fuoco fisico che la natura provvede a rivelare attraverso i terremoti e le eruzioni dei vulcani.

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Veneto - Italia

Ennio Mignolli

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Cile

Equador

PRESEPE IN GENERALE
“Nella realizzazione plastica o pittorica, di una scena di Presepio, il paesaggio non costituisce mai un qualsivoglia abbellimento della rappresentazione evangelica. E’, invece, uno degli elementi fondamentali che ne celebrano l’identità; è il “luogo” liturgico, reale o inventato, dove coagula per fede, sentimento e tradizioni linguistiche di cultura, l’avvio della storia cristiana della salvezza.

In ogni rappresentazione del “presepio” modesta o spettacolare che sia, compaiono simboli della liturgia cristiana. Ma partiamo dal significato della parola stessa “presepio”: essa significa “mangiatoia“, il luogo dove fu posto il Bambino Gesù appena nato, quindi senza mangiatoia il presepio rimarrebbe mutilo e non sarebbe più possibile fare riferimento al messaggio cristiano.

PAESAGGIO
Quando Santo Francesco, a Greccio, ideò il primo presepe vivente, realizzò l’impresa sopra un monte, al centro di un bosco di castagni; inventò in quella occasione un luogo particolarmente adatto allo spirito della sacra rappresentazione. Quel “luogo” costituì lo spazio scenico, indubbiamente estraneo a qualsiasi riferimento storico con l’ambiente palestinese della Galilea dove Gesù era nato dentro il recinto di un umile caravanserraglio. Il “luogo” francescano comprendeva l’originale proposta visiva per un arricchimento di immagine, rispetto alle precedenti raffigurazioni iconografiche; un dato nuovo, importantissimo, volutamente affinato al linguaggio della pittura medioevale naturalmente già incline a “rappresentazioni” inserite entro spazi simbolici, più o meno riferibili alla realtà evangelica.

rassegna-internazionale-presepi-verona-54

Lazio - Italia

Christian Apreda

Piemonte - Italia

Leardo Traverso

rassegna-internazionale-presepi-verona-203

Trentino A.A. - Italia

Luca Pedrotti

Campania - Italia

Antonio Manzo

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Campania - Italia

Nicola Sarnicola

Campania - Italia

Antonio Manzo

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Campania - Italia

Nicola Sarnicola

PRESEPE IN GENERALE
“Nella realizzazione plastica o pittorica, di una scena di Presepio, il paesaggio non costituisce mai un qualsivoglia abbellimento della rappresentazione evangelica. E’, invece, uno degli elementi fondamentali che ne celebrano l’identità; è il “luogo” liturgico, reale o inventato, dove coagula per fede, sentimento e tradizioni linguistiche di cultura, l’avvio della storia cristiana della salvezza.

In ogni rappresentazione del “presepio” modesta o spettacolare che sia, compaiono simboli della liturgia cristiana. Ma partiamo dal significato della parola stessa “presepio”: essa significa “mangiatoia“, il luogo dove fu posto il Bambino Gesù appena nato, quindi senza mangiatoia il presepio rimarrebbe mutilo e non sarebbe più possibile fare riferimento al messaggio cristiano.

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Lazio - Italia

Christian Apreda

Piemonte - Italia

Leardo Traverso

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Trentino A.A. - Italia

Luca Pedrotti

PAESAGGIO
Quando Santo Francesco, a Greccio, ideò il primo presepe vivente, realizzò l’impresa sopra un monte, al centro di un bosco di castagni; inventò in quella occasione un luogo particolarmente adatto allo spirito della sacra rappresentazione. Quel “luogo” costituì lo spazio scenico, indubbiamente estraneo a qualsiasi riferimento storico con l’ambiente palestinese della Galilea dove Gesù era nato dentro il recinto di un umile caravanserraglio. Il “luogo” francescano comprendeva l’originale proposta visiva per un arricchimento di immagine, rispetto alle precedenti raffigurazioni iconografiche; un dato nuovo, importantissimo, volutamente affinato al linguaggio della pittura medioevale naturalmente già incline a “rappresentazioni” inserite entro spazi simbolici, più o meno riferibili alla realtà evangelica.

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Bolivia

rassegna-internazionale-presepi-verona-68

Campania - Italia

Antonio Romano

Presepi Italiani - Presepi Internazionali

Testimonianze

Francesco e Roberto

La scenografia, i colori e i rumori dei presepi ci hanno colpito molto nel cuore e ancora una volta abbiamo sentito Gesù in mezzo a noi!

Micol Sboarina

Una mostra bella con molto significato natalizio. La rappresentazione più bella è il Diorama nel quale i dettagli sono nascosti e sta all’osservatore scoprili.

Eleonora Venturi

Un grazie a tutti gli artisti che hanno messo a disposizione la loro creatività per costruire capolavori da condividere con tutti noi!

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    Mancano a Natale

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    Mancano a Natale